La storia della birra inizia intorno al 10.000 a.C. In quel periodo dopo l’ultima glaciazione i ghiacciai si ritirarono verso nord. Le terre tornarono ad essere fertili e verdi, e i popoli neolitici che abitavano quelle zone situate nelle colline dell’attuale Kurdistan, trovarono erbe con le quali cominciarono a nutrirsi.

Inizio dell’agricoltura

Tra queste erbe scelsero i semi migliori che poi impararono a coltivare, tra questi c’erano erbe che diventarono l’orzo e il frumento che tutti oggi conoscono. Ebbe così inizio l’agricoltura, inizialmente con poche piante a disposizione, riuscirono a ottenere semi ricchi di amido con i quali prepararono cibi e bevande.

I primi tipi di frumento

Dai primi tipi di frumento notarono che contenevano una discreta quantità di glutine, una proteina appiccicosa che contribuisce a formare la struttura del pane lievitato, già in quei periodi erano presenti varietà prive di glumella (un involucro a più strati, che ricopriva i chicchi dei semi, di colore marrone o giallo), caratteristiche fondamentali per la buona riuscita del prodotto.

Questi uomini in quegli anni per noi così lontani, notarono che l’orzo disponeva di una minore quantità di glutine rispetto al frumento e la sua glumella riusciva a conservarsi anche dopo il raccolto: queste qualità lo rendevano adatto alla produzione di birra. Fu a quell’epoca che ebbe inizio la birra d’orzo e il pane di frumento.

Il vero e proprio processo di produzione della birra non è tuttora chiaro come all’epoca veniva svolto. Si fanno delle ipotesi, tra le quali prevale quella che, originariamente si effettuasse una rudimentale maltazione, composta da germinazione ed essiccazione, che attivano gli enzimi amilolitici per conservare i cereali e per incrementarne il valore nutrizionale, scoprirono così come ottenere una bevanda dolce e nutriente.

Da attente ricerche effettuate negli anni sulla storia della birra, risulta che il vino e la birra si siano sviluppati contemporaneamente in alcuni luoghi. La produzione del vino avveniva con il fermentato d’uva, considerato una bevanda di lusso che potevano permettersi soltanto i nobili e le persone ricche, mentre la birra era la bevanda popolare che potevano bere praticamente quasi tutti.

Storia dei primi popoli che bevevano la birra

Il primo popolo civilizzato dell’antico Medioriente che beveva la birra furono i Sumeri. La chiamavano kas, che tradotto significa ciò che la bocca desidera, questa bevanda era molto importante per la loro cultura, era il 3000 a.C.

Procedevano alla tostatura del malto e realizzavano birre rosse, scure, nere, fresche, da invecchiamento, forti, leggere e anche dietetiche: capirono che il lievito era la forza motrice della fermentazione, ma la sua natura rimase misteriosa per altri 5000 anni.

Si presume che il processo avveniva in questo modo: l’orzo veniva maltato, essiccato e macinato, con la cottura venivano fornite note di caramello al prodotto finito che avviava la conservazione enzimatica degli amidi in zuccheri: era una una sorta di ammostamento istantaneo, al quale venivano aggiunte, delle torte a forma conica prodotte dall’orzo maltato, essiccato e macinato, per far partire il processo di birrificazione. I Sumeri bevevano la birra da un vaso comune utilizzando lunghe cannucce ricavate dalle canne.

Anticamente nel Medioriente, quasi tutti i popoli erano amanti della birra: i Babilonesi, gli Ittiti gli Accadi. Nell’antico Egitto c’era una grande produzione di birra e per consumarla usavano dei locali quasi simili a quelli moderni, erano associati ai templi e la birra veniva chiamata Hekt o Hqt. Per gli egiziani la birra era molto importante, sia per il consumo che per la cultura. Anche in Mesopotamia come in Egitto, la birra veniva preparata a partire da apposite torte di malto d’orzo e una buona parte veniva conservata in vasi d’argilla.

Sia gli antichi Romani che i Greci invece, non erano grandi amanti della birra, in quanto erano più consumatori di vino prodotto dalle tantissime uve che crescevano rigogliose in quei territori. Le popolazioni del nord invece, a causa del clima più freddo e arido, erano e sono tuttora grandi consumatori di birra.

Nelle produzioni di birra del nord Europa veniva spesso utilizzato il ginepro, secondo un’antica tradizione che ancora oggi sopravvive nel sahti. In questa ale finlandese di campagna brassata con malto e segale, non luppolata, piacevole e alcolica, il ginepro viene aggiunto in caldaia, utilizzato in fronde come il letto filtrante e addirittura come materiale per la produzione dei bicchieri. Nelle isole Britanniche, producevano le birre aromatizzate all’erica prodotte dai Pitti, la popolazione che costruì il complesso di Stonehenge prima di venire cacciata dai Celti.

La birra nel Medioevo

La storia della birra continua fino al Medioevo dove si inserì nelle strutture familiari, la cui produzione veniva effettuata in casa dalle donne. In quei tempi vi erano anche birrifici gestiti da monaci o aristocratici, e birrifici commerciali che con il passare del tempo divennero sempre più importanti.

Fino all’anno 1000 la maggior parte della birra venduta in Europa non veniva aromatizzata con il luppolo, ma con un costoso mix di erbe chiamato gruit, che doveva essere acquistato dal monopolista locale, solitamente la Chiesa o lo Stato. Questa miscela di erbe era tenuta segreta.

Le prime birre con semi di luppolo

Le prime birre con semi di luppolo si videro intorno all’anno 1000 nella città di Brema e in altri centri liberi dall’influenza della Chiesa, quindi non obbligati ad utilizzare il gruit. In quei periodi venivano definite birre bianche e contenevano una buona percentuale di frumento, mentre le birre aromatizzate con il gruit, ambrate o brune, erano conosciute come birre rosse.

Grazie alle sue caratteristiche organolettiche, la birra al luppolo ebbe da subito un grande successo. Fattore molto importante era che quella nuova erba, aveva delle proprietà conservanti che ritardavano la comparsa di alcuni batteri nocivi per il prodotto: ciò permetteva alla birra di largo consumo di conservarsi per qualche mese anziché per qualche settimana.

In Inghilterra la birra al luppolo si affermò già verso il 1600 e tutte venivano aromatizzate in questo modo. Il luppolo divenne un ingrediente fisso nelle produzioni di birra di quell’epoca, mentre nel Mediterraneo, la cultura della birra non decollava.

Sempre in quei periodi in Italia la birra non aveva grande successo, il fatto dipendeva dalla grande produzione vinicola italiana. I Musulmani erano contrari all’alcol, per 500 anni l’arte brassicola rimase appannaggio di tedeschi, fiamminghi, olandesi e inglesi: in quelle regioni del nord vennero elaborati tutti gli stili classici della produzione della birra.