Il Martinez è ritenuto l’antenato del Dry Martini, vediamo come è avvenuto il passaggio da un drink dolce e aromatico al drink secco che oggi conosciamo. Il cocktail Martini, o Dry Martini, è l’eccellenza del bere Martini cioè essere alla moda e sofisticati.
Storia del cocktail Martini
Alla fine del 1800 la società era in uno stato di evoluzione e l’idea dei drink dolci veniva legata a persone semplici. Con la prima guerra mondiale ci fu il blocco delle esportazioni del Vermouth dolce dall’Italia, per questo motivo prende piede il Vermouth secco francese; inoltre, l’Old Tom Gin era in decadenza a favore dei nuovi London Dry Gin più secchi e meno dolci.
Per questi motivi si arrivò al cambiamento delle ricette fino alla fine degli anni Cinquanta, quando Martini passa dall’essere una ricetta ad una modalità. Solo a quei periodi la figura del Barman diventa più debole e i bar più importanti dei baristi.
Bere Martini significava bere un concetto: qualcosa di ghiacciato, secco e con poco Vermouth, qualcosa alla moda ispirato personaggi come Hemingway e Churchill o a James Bond.
Dry Martini
Il Dry Martini è un cocktail:
categoria: The Unforgettables
tipologia: Before Dinner Cocktail
tecnica: Stir & Strain
Ingredienti per la ricetta del cocktail Dry Martini
2 oz: 6 cl: Gin
½ oz:1 cl: Vermouth dry
Preparazione cocktail Martini Dry
Versare gli ingredienti in un mixing glass con ghiaccio e miscelare con il bar spoon per qualche secondo in base alla diluizione che si vuole raggiungere. Filtrare infine con lo strainer in una coppetta gelata.
Per ottenere un risultato migliore, mettete la coppetta in freezer e tiratela fuori all’ultimo momento; per una migliore miscelazione Gin e Vermouth dry vanno conservati in frigorifero. Come Vermouth si consiglia il francese Noilly Prat, mentre il Gin è variabile a seconda dei gusti.