La storia dei cocktail ha origine nel 1700, questo secolo da l’origine ufficiale di queste bevande. È molto importante conoscere la storia dei cocktail, perché permette di conoscere meglio le ricette, e grazie alla bravura e all’intelligenza dei barman consente di usare le ricette storiche in maniera originale oppure personalizzarle.

Originariamente venivano chiamate bevande miscelate e le sue origini avvennero dopo l’invenzione della macchina a vapore negli Stati Uniti. Si ebbero miglioramenti dei sistemi di distillazione, ci fu un’evoluzione dei sistemi di filtraggio a carboni e si ottennero spiriti di una maggiore purezza.

Il ghiaccio veniva prodotto a livello industriale e di migliore qualità, il grado alcolico dei prodotti veniva misurato con dei sistemi che davano valori esatti. In quei periodi negli Stati Uniti ci fu un enorme sviluppo industriale e di conseguenza dei trasporti relativi alle importazioni ed esportazioni.

La storia dei cocktail è intrisa di fascino e mistero, un viaggio attraverso epoche e culture che hanno plasmato l'arte e la scienza di mescolare liquori e aromi. L'evoluzione dei cocktail è legata all'innovazione, alla creatività e alle tradizioni che si intrecciano in un bicchiere. Esploriamo le radici di questa pratica affascinante, dove ogni sorso è un viaggio nel tempo. Nel corso della storia, i cocktail hanno rappresentato molto più di semplici bevande; sono divenuti simboli culturali, testimonianze di epoche e manifestazioni della creatività umana.

Le Origini

Le radici dei cocktail si intrecciano con la storia dell'umanità, risalendo a epoche in cui la miscelazione di erbe e distillati era più arte che scienza. Le prime tracce di bevande alcoliche risalgono all'antichità, quando le civiltà mesopotamiche producevano birre e fermentati. L'utilizzo di erbe aromatiche e spezie, oltre al desiderio di migliorare il sapore, ha aperto la strada alla creazione delle prime bevande miscelate.

Il termine "cocktail" stesso ha origini dibattute, con ipotesi che si riferisca a bevande mescolate con penne di gallo utilizzate come agitatori o che derivi dal francese "coquetier," un bicchiere specificamente progettato per servire tali bevande. Indipendentemente dall'etimologia precisa, l'arte di mescolare ingredienti per creare un'esperienza gustativa unica ha radici antiche.

Bevande Medicinali e Alchimia

Nei monasteri medievali, monaci e alchimisti sperimentavano con erbe e spezie, creando elisir e pozioni che andavano ben oltre il semplice intento di ottenere un'ebbrezza. Queste bevande, spesso utilizzate a fini medicinali, hanno contribuito a definire il concetto di miscelazione di ingredienti per ottenere benefici per la salute.

Le Corti Rinascimentali e le Bevande Raffinate

Con l'avvento delle corti rinascimentali, la pratica di miscelare liquori e aromi divenne parte integrante delle cerimonie e delle celebrazioni. Bevande elaborate e raffinate divennero segni distintivi di potere e status sociale. Le ricette per libagioni sofisticate venivano custodite gelosamente e passate di generazione in generazione.

Dai Punch alle Prime Ricette Documentate

Il XVII secolo vide la diffusione dei "punch," bevande a base di rum, zucchero, agrumi e spezie, che si diffuse da India e Indonesia in Europa. In questa epoca, iniziarono a comparire le prime ricette documentate di bevande miscelate. Il "cocktail" stava lentamente emergendo come una categoria distinta di bevande, caratterizzata dalla combinazione di ingredienti alcolici e non alcolici.

Esplorare le origini dei cocktail significa immergersi in un passato ricco di creatività e scoperte, dove l'arte della mixology ha cominciato a plasmare il nostro modo di godere delle bevande.

Rivoluzione dell'American Bar

Nel corso del XIX secolo, gli Stati Uniti diventarono l'epicentro di una rivoluzione nell'arte dei cocktail, trasformando i bar in veri e propri laboratori di mixology. Questo periodo vide l'ascesa di figure iconiche, l'introduzione di nuovi metodi di preparazione e la creazione di cocktail che avrebbero segnato la storia. Attraverso le epoche d'oro degli "American Bar," esploriamo come gli Stati Uniti siano diventati il cuore pulsante della mixology mondiale.

Jerry Thomas e il Primo Barista Celebre

Negli anni '60 del XIX secolo, Jerry Thomas, noto come il "professore del bar," divenne il primo barista celebre. Le sue abilità acrobatiche e la capacità di intrattenere la clientela lo resero una figura leggendaria. Thomas pubblicò anche il primo libro di ricette di cocktail, "How to Mix Drinks," che divenne una guida fondamentale per i bartender dell'epoca.

Cocktail Iconici e l'Era d'Oro

Durante l'Era d'Oro dei cocktail (1870-1920), emersero alcune delle ricette più iconiche ancora amate oggi. Il Martini, il Manhattan e il Daiquiri fecero la loro comparsa, diventando simboli di eleganza e stile. Gli American Bar divennero luoghi di socializzazione e innovazione, con l'uso di frutta fresca, liquori di alta qualità e decorazioni elaborate.

Il Rinascimento del Cocktail in Stile Americano

Il concetto di "American Bar" si diffuse in Europa, portando con sé la filosofia di servire cocktail di alta qualità. Bartender americani si trasferirono in città come Londra e Parigi, portando con sé la cultura del cocktail. Questo rinascimento influenzò la creazione di nuove ricette e stili di servizio, contribuendo a definire gli standard internazionali della mixology. La rivoluzione dell'American Bar non solo ha plasmato il modo in cui percepiamo e gustiamo i cocktail, ma ha anche introdotto una nuova era di professionalità e innovazione nel mondo della mixology.

Il Proibizionismo e la Nascita del Cocktail Moderno

Il Proibizionismo negli Stati Uniti (1920-1933) fu un periodo tumultuoso che ebbe un impatto profondo sulla cultura dei cocktail. Questa era di restrizioni legali sull'alcol portò a un'atmosfera clandestina e alla creazione di cocktail innovativi, dando origine a quello che oggi conosciamo come il periodo del "Cocktail Moderno."

Speakeasy e Cocktail Creativi

Durante il Proibizionismo, molti bar furono costretti a chiudere, ma altri nacquero segretamente, noti come "speakeasy." Questi locali clandestini diventarono luoghi di ritrovo per coloro che cercavano bevande alcoliche, spesso miscelate con ingredienti insoliti per mascherare il gusto dell'alcol di scarsa qualità. I bartender divennero artisti dell'ingegno, creando cocktail per soddisfare una clientela sempre più esigente.

Cocktail Iconici del Proibizionismo

Durante questo periodo, molti cocktail iconici hanno visto la luce. Il "Old Fashioned" e il "Negroni" hanno resistito alla prova del tempo, nati dalla necessità di creare bevande gustose utilizzando ingredienti facilmente reperibili. Il "Gin Rickey" e il "Mary Pickford" sono esempi di cocktail innovativi che hanno guadagnato popolarità durante il Proibizionismo.

Rinascita della Mixology

La fine del Proibizionismo ha portato a una rinascita della mixology. I bartender, una volta costretti a operare nell'ombra, sono emersi come figure rispettate e creative. L'attenzione alla qualità degli ingredienti e la sperimentazione con nuove tecniche di preparazione hanno caratterizzato la creazione di cocktail nel periodo post-Proibizionismo, dando vita a un'era d'oro della mixology.

Il periodo del Proibizionismo è stato un catalizzatore per l'evoluzione dei cocktail, trasformandoli da semplici bevande in opere d'arte liquide. Da quei giorni tumultuosi sono emersi alcuni dei cocktail più amati e duraturi della nostra epoca.

Tendenze Contemporanee

L'evoluzione dei cocktail non si è fermata con il XX secolo; al contrario, ha continuato a crescere e ad adattarsi alle nuove tendenze e agli stili di vita del mondo contemporaneo. Le tendenze attuali nella mixology riflettono un approccio più sofisticato, sostenibile e sperimentale all'arte di creare cocktail.

Mixology Molecolare e Innovazione Tecnologica

La mixology molecolare ha portato la creazione di cocktail a un nuovo livello. Utilizzando tecniche come la sferificazione, l'infusione a vuoto e la solidificazione con azoto liquido, i bartender contemporanei sfidano le aspettative, creando esperienze sensoriali uniche. La fusione tra scienza e mixology apre la strada a bevande che coinvolgono non solo il palato, ma anche la vista e l'olfatto.

Ingredienti Locali e Sostenibilità

L'attenzione agli ingredienti locali è diventata una pietra angolare della mixology contemporanea. Bartender di tutto il mondo cercano di utilizzare prodotti freschi e stagionali, non solo per garantire la qualità delle bevande, ma anche per sostenere la sostenibilità ambientale. La connessione con le comunità locali si riflette nei cocktail, che diventano vere e proprie espressioni delle regioni in cui vengono creati.

Esplorazione di Sapori Esotici

La globalizzazione ha aperto nuovi orizzonti nella disponibilità di ingredienti esotici, ispirando i bartender a esplorare sapori provenienti da ogni angolo del mondo. Da spezie rare a frutti tropicali, i cocktail contemporanei sono spesso un viaggio sensoriale attraverso culture e tradizioni culinarie.

Esperienze Immersive nei Bar

I locali contemporanei non offrono solo cocktail straordinari, ma anche esperienze immersive. Bar tematici, bartender con abilità da showman e presentazioni teatrali hanno trasformato la creazione e la degustazione di cocktail in eventi coinvolgenti.

Le tendenze contemporanee nella mixology abbracciano la diversità, l'innovazione e la sostenibilità, creando un panorama sempre in evoluzione di bevande straordinarie.

Bevande alcoliche distillate

Le bevande alcoliche distillate di quel periodo erano il Whisky, il Brandy, il Cognac, il Rum, Il Gin, lo Sherry, e vini come il Porto, lo Champagne e altri vini meno conosciuti. Tramite queste bevande alcoliche distillate, si realizzavano varie bevande come il ”punch” realizzato con la miscelazione dei distillati con acqua, zucchero, sciroppi, spezie, tè, limoni e agrumi.

I primi punch risalgono al XVI secolo, presenti sulle navi dei marinai inglesi durante i loro viaggi. Mentre i primi cocktail nascono quando si inizia a miscelare distillati grezzi in un primo momento con l’acqua e poi con altri elementi, il ghiaccio sarà aggiunto successivamente. La prima volta che venne menzionata la parola cocktail fu nel 1806, quando un giornale di New York, pubblicò un articolo dopo un bittered sling e lo definì testualmente:” una bevanda stimolante, fatta di diverse sostanze alle quali viene aggiunto acqua, zucchero e un amaro”.

Prime ricette dei cocktail

All’inizio dell’Ottocento negli Stati Uniti d’America, erano in grande fermento tutte le attività, c’erano pionieri per ogni cosa, anche per i cocktail, grazie a questi pionieri, si cominciarono a diffondere locali dove molto successo riscuotevano le bevande miscelate, è così che nacquero le prime ricette dei cocktail.

Uno dei pionieri che ha dato un apporto fondamentale alla nascita delle prime ricette dei cocktail, fu Jerry Thomas, il quale scrisse un libro da dove si possono trovare le basi di molti cocktail e abbinamenti moderni, si dedicò molto alla ricerca, alla sperimentazione e all’elaborazione di uno stile personale.

Prime importazioni del Vermouth

Le prime importazioni del Vermouth dall’Europa negli Stati Uniti risalgono al 1844. Il Vermouth diventa uno dei più essenziali ingredienti dei cocktail di quell’epoca, si tratta di un vino bianco giovane, aromatizzato con differenti erbe e spezie. Il primo Vermouth è stato il piemontese Carpano nel 1786, Benedetto Carpano fu il primo a definire lo standard produttivo del Vermouth Rosso dolce italiano. Mentre il primo Vermouth bianco italiano, invece, è il Gancia nel 1913. Si ebbero così le prime miscelazioni del Vermouth con le bevande alcoliche distillate.

Il chinino

Un’altra sostanza che è entrata di prepotenza nel mondo del bere miscelato e della storia dei cocktail è il chinino, un principio attivo dell’albero di china, isolato da parte di due chimici francesi. La china, era già conosciuta è usata per curare la malaria e come ricostituente, ora assume anche una forma piacevole e gustosa. In Piemonte si creano ditte che propongono i loro vini o liquori aromatizzati con la china, tra cui il Barolo chinato e l’amaro digestivo Fernet.

Nascono così i primi liquori amari bitter, a base di chinino che in un secondo momento vengono utilizzati nelle preparazioni dei cocktail. I bitter sono liquori a base di radici amare da utilizzare a gocce nei cocktail.

Soda Water

Il 1783 ad opera della Schweppes, un’azienda già famosa per l’acqua di seltz, viene commercializzata la soda water che diventa un altro fattore importante per la miscelazione dei cocktail. Dal 1860 al 1914 che precede l’avvento del proibizionismo, ci fu un periodo molto fiorente per l’economia e il benessere sociale, ma anche per la cucina e i cocktail.

Fu il periodo in cui i barman mostravano la loro abilità, partendo da semplici combinazioni di 3-4 ingredienti ottenevano molte creazioni realizzate con differenti liquori, vini e sciroppi. Fu allora che iniziarono a conoscersi i cocktail moderni, più attenti alle proporzioni e al bilanciamento degli ingredienti.

FAQ: Storia dei Cocktail

  1. Qual è il cocktail più antico conosciuto?
    • Risposta: Il "Sazerac" è spesso considerato uno dei cocktail più antichi, originario di New Orleans e datato agli anni '30 del XIX secolo.
  2. Come è cambiata la cultura dei cocktail durante la Proibizione?
    • Risposta: Durante la Proibizione, i cocktail divennero simboli di sfida alle leggi sull'alcol, con l'emergere di speakeasy clandestini e la creazione di cocktail innovativi come risposta alla necessità di mascherare il sapore di alcol di scarsa qualità.
  3. Qual è il ruolo della mixologia molecolare nella creazione di cocktail?
    • Risposta: La mixologia molecolare sfrutta principi scientifici per trasformare la creazione di cocktail, utilizzando tecniche come l'infusione a vuoto e la sferificazione per creare esperienze gustative uniche.
  4. Cosa caratterizza un cocktail "classico"?
    • Risposta: I cocktail classici sono quelli che hanno resistito alla prova del tempo, spesso creati durante epoche storiche significative e ancora apprezzati oggi, come il Martini, il Negroni e il Mojito.
  5. Come influiscono gli ingredienti locali sulla creazione di cocktail?
    • Risposta: L'uso di ingredienti locali è diventato una tendenza significativa nella mixology contemporanea, aggiungendo autenticità e sostenibilità alle bevande, riflettendo la diversità delle regioni e offrendo un collegamento più profondo con la cultura locale.